Che bella la primavera! Le gite scolastiche, il compleanno di Pena e Panico, il sole, i virus intestinali. Se tutto, poi, si concentra in una settimana, è ancora più bello. Ma andiamo con ordine. 
C’era una volta una mamma felice e piena di forze. Un giorno le si avvicinó Panico dicendo:”Ho ho mal di pancia!” “Passerà, tranquilla” rispose la mamma. E passare, passò, ma dopo 3 giorni, con vomitate sporadiche ed una gita scolastica in treno a Firenze. La mattina della gita, Panico chiese alla mamma, sempre giovane, ma meno in forma, di accompagnarla in gita perché non ci voleva rinunciare ma ancora non si sentiva bene, aveva paura di farsela addosso. Colta da un improvviso spirito da crocerossina, la mamma accettò e si addentrò in quella che si rivelò una lunghissima giornata. All’andata in treno, in 21 urlavano e 1 si lamentava; la gente saggia,entrava nello scompartimento, vedeva i bambini e sussurrando “no, i bambini no!” Usciva. Gli ignari scappavano dopo pochi minuti. Giunti a Firenze ormai la giornata era in discesa. La visita al museo archeologico è stata interessante, mentre la guida era disarmante, doveva aver studiato all’istituto Luce, non solo per l’età, ma anche per il garbo con cui esponeva: “le domande non si fanno fino a che non ho finito di parlare e lo dico io quando ho finito di parlare quindi è inutile che si alzi la mano” oppure “ecco adesso mi rivolgo a chi prende appunti: basta scrivere avete scritto troppo, basta, via le penne”.Ora, io ho lavorato con i bambini per un bel po’ di tempo e proprio in ambito museale, perché anche se so che non sembra, sono laureata e la mia tesi era proprio incentrata sulla realizzazione di una sezione didattica per un museo, quindi qualche obiezione la posso fare : 1. non si fanno domande? Io era la prima cosa che chiedevo, tipo: “Chi sa dirmi dove siamo? Da cosa lo capite? Ecc..” 2. Basta scrivere? Ma si scherza? Si scrive, si disegna, si colora, si libera proprio la fantasia. Andando al museo Galilei non è che ci sia andata molto meglio, diciamo che l’idea di una guida con l’abito d’epoca che si presenta parlando in fiorentino antico è carina, che la parlata duri per tutta la visita, è pesante!Anche Galileo non era avvezzo ai bambini, non sopportava che si muovessero (ma pensa: un bambino che si muove invece di stare fermo a sentire te che parli una lingua morta e di cose semplici come i pianeti, le stelle, l’orientamento notturno in mare). All’astrolabio, alcuni bambine insieme a Panico mi hanno chiesto:”Ma è quello vero di Galileo? No perché è vecchio e puzza !”. A questo punto ho abiurato e iniziato a sognare il teletrasporto, ma niente, ancora un’ora e mezza di treno con le scimmie urlanti, stavolta 22 perché Panico stava meglio. Cammina, cammina, cammina la mamma meno giovane e molto molto stanca sviene sul letto. E siamo solo a mercoledì.

Nota positiva oltre al cremino da Venchi, ho incontrato Balù.