Cresciuta con un grande uomo, mio zio, e con la grande donna che gli stava accanto posso dire che se sono così oggi è grazie (o per colpa) a loro; animata infatti da un forte spirito di contraddizione e circondata da soggetti mediocri, ogni volta che, gli zii mi portavano un libro o mi portavano in un museo, io storcevo il naso e sbuffavo perché era più semplice uniformarsi alla massa e non ricevere continui stimoli. Fatto sta che dopo anni di libri lasciati a riempirsi di polvere sugli scaffali, un giorno, decisi che forse potevo leggerne qualcuno e da quel giorno non sono più riuscita ad allontanarmi troppo dai libri, ne ho sempre uno in borsa. Che un Dio protegga gli spiriti contraddittori e le belle persone.

  
Anche questo libro è uscito dalla valigia della zia. Si tratta di una lunga lettera che Elizabeth Curren, insegnante in pensione ammalata di cancro e residente in un quartiere ancora soggetto alla Apartheid scrive alla figlia fuggita in America anni prima e in cui raduna i suoi ultimi ricordi confessando il suo più grande peccato: l’essere rimasta indifferente di fronte alla violenza che da sempre l’ha circondata. A sbloccarla da questa situazione di stallo emotivo che dura da una vita perché, ad esempio, non si è mai posta il problema che i domestici neri potessero avere dei sentimenti, è Vercuil, una figura misteriosa, un vagabondo, un uomo di poche parole ma mai scontate. Grazie a lui riesce ad aprire gli occhi e a vedere per la prima volta che le vittime, in questo caso bambini e adolescenti, rivendicano solo la loro uguaglianza con gli afrikaner. I personaggi sono descritti in modo tale che ne puoi percepire l’anima. Ho iniziato la lettura tuffandomi come sempre nelle parole, senza dare troppa importanza a cose superflue come il titolo o l’autore, perche se un libro esce dalla valigia della zia è un libro che merita di essere letto. Quando però mi sono trovata di fronte alla descrizione del rapporto madre-figlia ho avuto la certezza che l’autore fosse una donna tanto era intimo e delicato quello che stava descrivendo, che solo chi ci è passato può capirlo. Anche gli altri temi trattati come la morte, l’invecchiamento, la perdita di memoria, il rapporto mente-corpo sono tutti trattati con la stessa precisione e sensibilità.

Consigliato a tutti coloro che hanno bisogno di una lettura coinvolgente,intensa che tratta temi tristemente attuali.